Il mese di Aprile si chiude con un pellegrinaggio
a Roma dove renderemo
omaggio a Pietro e a Paolo. Saremo un
numero sicuramente significativo. Andremo
a rendere omaggio e a pregare sulla
tomba di S. Paolo, di cui quest'anno stiamo
celebrando il bimillenario della nascita.
In Diocesi abbiamo fatto tesoro della
circostanza per vivere in comunione con
l'Apostolo della Genti. Seguitissime le conferenze
mensili che ci hanno avvicinato alle
Sue lettere e molto apprezzati i ritiri del
clero aventi come argomento l'insegnamento
dell'Apostolo. E' stato apprezzato
don Nazzareno Marconi che, con fedeltà
e competenza, mensilmente ha guidato la
nostra comunità sulle orme di S.Paolo.
Celebreremo sulla Sua tomba gloriosa sperando,
avvicinandoci fisicamente alle Sue
reliquie, di ottenere un po' del Suo Spirito.
Vorremmo sentirci dire da Lui: “Io sono di
Cristo” e percepire che cosa ha significato
in libertà e amore essere totalmente di Cristo.
La Sua dottrina ci ha affascinato non
meno della Sua vita e della Sua avventura
spirituale. La preghiera può metterci in reale
contatto con Lui che non desidererà altro
che vederci crescere nella fede.
Poi andremo da Pietro. Abbiamo un dovere
di immediata riconoscenza. Dobbiamo
restituirGli la visita che lo scorso 7 settembre
ha fatto alla nostra città. Quel giorno resterà
nella storia religiosa della nostra Isola come una straordinaria manifestazione
di fede.
La visita del Papa è stata un vero dono.
Una occasione per dire la propria fede
e per farne prendere coscienza.
Da poco avevo terminato la visita pastorale
ed ero rimasto estasiato dalla fede del
nostro popolo. Al Suo arrivo lo salutai offrendogli
la fede dei Sardi come il più bello
spettacolo che potevamo regalargli. Ne rimase
colpito anche perché lo spettacolo
superò le migliori previsioni. Ero accanto a
Lui per tutto il tragitto nella città e vedevo
lo spettacolo di famiglie riunite lungo la
strada che alzavano i loro bambini perché
li vedesse e li benedicesse. Vedevo gli anziani
alle finestre e sui balconi agitare la loro
corona del Rosario. Vedevo anche chi
ostentava indifferenza ma che in qualche
maniera si trovava ad essere travolto dalla
partecipazione straordinaria di un popolo
che voleva dire la propria fede al Vicario di
Gesù Cristo.
Devo confessare che anch'io avevo bisogno
di vedere una cosa del genere. Se sono
un sostenitore del valore straordinario del
cristianesimo interiore devo dire che l'effetto
folla ha funzionato. Siamo troppo abituati
a misurare la fede della gente dalla
pratica e dalla fedeltà alle nostre direttive.
Spesso sono i grandi eventi che rivelano il
vero sentimento che c'è dentro l'uomo. La
risposta dei giovani fu davvero straordinaria,
da sorprendere il Papa stesso che,
quanto a folle, è abituato. La loro attenzione,
la sottolineatura con applausi nei vari
passaggi del Suo discorso e l'entusiasmo
che si sono portati dentro, sono stati veramente
grandi. Una ragazza mi diceva: perché
non si fanno più spesso queste cose?
Quante domande mi pongono questi fatti.
Quanto terreno attende il buon seme?
Quanta responsabilità per noi. Pietro venne
per confermarci nella fede ed ora andiamo
noi a casa Sua, che è la casa di tutti,
per riprovare un po' di quell'emozione
che provammo quando venne a casa nostra.
Cosa gli porteremo? Ancora una volta
quello che di più bello possiede la nostra
terra: la fede che vogliamo trasmettere
ai figli perché produca frutti di carità.
Andremo con la fede con cui lo accogliemmo
a Cagliari.
Abbiamo la consapevolezza di andare a”
vedere Pietro” che vive su quel colle su cui
il primo Pietro subì il martirio per Cristo.
Andremo sulla Sua tomba gloriosa e pregheremo
su quella di coloro che ci sono
stati padri nella fede col loro esempio. Da
Roma partirono coloro che evangelizzarono
la nostra terra, condannati alle miniere
per la loro fede in Cristo. Ci lasceremo abbracciare
da quelle colonne che formano
Piazza S. Pietro come avvolti da quel gran
nugolo di testimoni che ci hanno trasmesso
la fede.
Poi torneremo a casa a festeggiare S. Efisio,
consapevoli di essere i testimoni di quella
Grazia che lungo i secoli ha intriso tutta la
storia della nostra Isola, sino ad arrivare ai
nostri giorni.