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L'Arcivescovo al termine della Messa di mezzanotte di questo Natale, con gli auguri, ha dato l'atteso annuncio: il Papa sarà a Cagliari il 7 settembre. Dovrebbe rimanere tra noi tutto il giorno, per celebrare insieme il centenario della proclamazione della Madonna di Bonaria a Patrona Massima della Sardegna.
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Il Papa viene a Cagliari. Che gioia! Perché viene? Esattamente 100 anni fa il mio predecessore mons. Pietro Balestra chiese a Pio X insieme a tutti i vescovi della Sardegna di dichiarare la Madonna di Bonaria patrona massima dell’isola. Il Papa volentieri accolse l’invito e fece la dichiarazione richiesta.
Fatto straordinario e importante. Si tratta di un vero atto di fede in Maria, un atto vero che ebbe l’autorizzazione di un Papa, col quale la Sardegna al di sopra di tutto e di tutti contava su Maria, sua massima patrona.
Non credo che i nostri padri, che vollero questo, prevedessero che cosa sarebbe avvenuto in questo secolo che è passato: le due guerre, le terribili dittature, le persecuzioni per la Chiesa, il numero impressionante di vittime e martiri. Anche la nostra isola, nonostante la sua difesa dovuta al mare ha partecipato soprattutto alle prove e portato le croci dell’umanità. Maria è sempre stata il suo faro, la sua luce, la sua protezione.
Con indicibili sacrifici fu costruito il nuovo santuario e la città di Cagliari si è sempre più riconosciuta in Bonaria perché su quel colle ciascuno ha trovato la casa di sua Madre.
Dopo un secolo da quel grande atto di affidamento che la Madonna ha accolto ed ha risposto dal pari suo, ho pensato di indire un intero anno dedicato a Maria per ringraziarla e raccogliere di nuovo la fede di tutti e riproporla a Maria, dicendole che i pronipoti di coloro che si consacrarono a Lei sono ancora pieni di fiducia, scommettono su di Lei e intendono non contare su nessun altro come contiamo su di Lei.
Per rinnovare questo grande atto di fede di tutta la Sardegna abbiamo invitato il Papa. Chi meglio di lui potrà dirci che la nostra fede è autentica e vera? Quanta fede c’è nel nostro popolo!
Pellegrino in tutte le parrocchie della diocesi per la visita pastorale, sono rimasto estasiato dalla fede della nostra gente: le folle di bambini del catechismo, l’accoglienza riservata al Vescovo, non solo nelle parrocchie ma anche in tutti i consigli comunali, gli incontri stupendi con i nostri numerosi centenari, veri esempi di sapienza cristiana e di saggezza umana, le nostre umili e semplici famiglie, un’immagine di Nazareth, il rispettoso amore per i nostri handicappati e la straordinaria fiducia nella preghiera, sono le manifestazioni della vera fede. Quella degli umili, come quella evangelica di Maria, di Giuseppe, di Simeone, di Anna, di Lazzaro e della Maddalena che il Papa è chiamato a confermare come gli ha ordinato Gesù. (Lc.22,32).
La conferma del Papa è garanzia che è gradita a Maria e allora potremo offrirla sicuri della piena compiacenza della Madre.
Per questo ho sentito la presenza del Papa necessaria per un evento così importante per la nostra fede e insieme agli altri vescovi l’ho visitato: La Provvidenza ha permesso che si accomodassero le cose in maniera che proprio alla vigilia del compleanno della Madonna il Papa stesso prendesse la fede di tutto il popolo sardo e la offrisse a Maria.
La forza di questo gesto avrà un effetto straordinario nella nostra Isola che sente il bisogno di un riscatto, di un lancio in avanti a tutti i livelli. Non ci manca niente per essere la più bella isola del Mediterraneoiì. Dio, nella creazione ha fatto di tutto per noi. È davvero la prima terra emersa. Le nostre pietre sono intrise di oro perché sono frutto del fuoco. Il nostro mare è un canto del Creatore.
Si sente però che manca un guizzo in avanti per tutti. Questa scintilla di vita e di resurrezione può essere solo la fede piena e cristallina che produce progresso senza la contaminazione della disonestà e dell’egoismo. Il 7 settembre del 2008 sarà determinante per tutti. È la nostra ora.
Giuseppe Mani
Tratto da "Il Portico", anno V n.1, "Il Papa a Cagliari"
In 138 anni Papa Ratzinger è il settimo ad interessarsi della promozione del culto della Patrona massima. Le altre due indimenticabili recenti visite nell'Isola
Il 7 settembre 2008 è già un giorno storico fissato negli annuali del santuario della Madonna di Bonaria e nella storia della Chiesa sarda: Benedetto XVI visiterà Cagliari.
Da 138 anni è il settimo Papa che si interessa alla promozione del culto della Madonna di Bonaria e il terzo che si reca pellegrino al santuario della Patrona massima della Sardegna.
Primo fra tutti fu il Beato Pio IX. Nel 1870, in occasione del quinto centenario dell'arrivo del simulacro, Papa Mastai ne decretò l'incoronazione che si celebrò nella mattinata del 24 aprile dello stesso anno. L'atto più importante fu certamente quello di San Pio X che il 13 settembre 1907 in risposta alle richieste dell'episcopato sardo proclamò la Madonna di Bonaria Patrona Massima della Sardegna.
Pio XI nel 1926 fregiò la nuova chiesa del titolo di Basilica minore. Nel 1958, cinquantenario della proclamazione a Patrona Massima della Sardegna, ci fu la
prima presenza, sebbene solo virtuale attraverso i microfoni della Radio Vaticana, di Pio XII che in diretta così parlò: "Quale segno eloquente di così fervida devozione popolare, vorremo anche menzionare l'antica formula di saluto, che ancora oggidì usa scambiarsi il popolo sardo nel linguaggio regionale, in cui rieccheggia nobilmente il latino dei vostri Padri: Bandit cum Deus - parti con Dio; - abarrit cum sa mamma - resta con la sua madre".
L'8 dicembre del 1960, al termine dei restauri del tempio e della riconsacrazione dell'altare, monsignor Paolo Botto al termine della Messa Vespertina, lesse una lettera del nuovo papa, Giovanni XXIII, il quale volle impreziosire i festeggiamenti con il suo pensiero. La lettera del Papa, datata 3 dicembre 1960, portava la firma e una nota scritta di pugno dallo stesso Pontefice: "Giovanni XXIII, papa, pellegrino umile e devoto a Bonaria dove celebrò il 29 ottobre 1921".
Il 24 aprile 1970, sesto centenario dell'arrivo del simulacro nell'isola, Paolo VI è il primo Papa a toccare il suolo sardo come vicario di Cristo e non come deportato ad metalla. Così il Papa salutò i fedeli: "Salute a te, Sardegna nobile e forte, generosa e paziente, laboriosa e fiera! Salute a te, Sardegna, terra di martiri e di santi, di lavoratori e di magistrati, di marinai e di pastori semplici e fieri...salute a te, Sardegna cristiana, Sardegna cattolica, la cui storia è maturata nel sangue dei martiri... Il Papa viene a te, come per ricompesarti di questa antica e provata fedeltà..."
A Bonaria lo accolgono in centocinquantamila. Celebra l'Eucarestia nel sagrato e tiene un discorso divenuto storico per tutta la Chiesa in quegli anni di contestazione anche per la devozione alla Madonna. "Se vogliamo essere cristiani, dobbiamo essere mariani, cioè dobbiamo riconoscere il rapporto essenziale, vitale, provvidenziale che unisce la Madonna a Gesù, e che apre a noi la via che a Lui ci conduce".
L'ultimo grande momento storico fu vissuto il 20 ottobre 1985 ancora presente nel ricordo e nel cuore dei sardi. Per tre giorni, dal 18 al 20 ottobre, Giovanni Paolo II visita la terra sarda. Bonaria è il centro di tutto il viaggio. Centotrentamila e più persone parteciparono alla celebrazione eucaristica della Giornata Missionaria Mondiale: "Il mio predecessore Paolo XVI - disse - venendo qui pellegrino, volle ricordare la funzione essenziale della Madonna nel piano della salvezza. E' il pensiero che anch'io voglio lasciarvi, come ricordo di questo mio pellegrinaggio: la devozione alla Madonna fa parte essenziale dei doveri di un cristiano".
Roberto Maccioni
Tratto da "Il Portico", anno V n.3, "Benedetto XVI, sesto Pontefice pellegrino sul colle di Bonaria"
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