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N.S. di Bonaria, omelia del 24 Aprile di Mons. Giuseppe Mani |
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Cari amici siamo stati convocati dalla Chiesa qui oggi nella festa della nostra Madonna per sentirci dire da Gesù una cosa sola: «Figlio, ecco tua Madre!». C'è tutto il dono che insieme alla Redenzione ed alla Salvezza il Signore ci ha offerto: la maternità di Maria. E noi, come Giovanni, dobbiamo portarcela a casa nostra, cioè a dire, introdurla nella nostra vita in maniera che non si faccia mai niente senza Maria, ma tutto sia fatto con Maria. E noi siamo venuti nella sua casa e Maria si è presentata nella icona che da secoli ormai ce la rende presente qui a Bonaria.
Ogni santuario ha la sua immagine della Madonna. Firenze ha l'Annunciazione, che è stata riprodotta in tutti gli angoli della città. Fatima ha la Madonna che offre il cuore ed offre la corona. Lourdes ha la Madonna che offre la corona e invita alla preghiera e alla penitenza. Siracusa ha la Madonna che presenta le sue lacrime. Loreto è la Madonna che c’introduce nella sua casa, la casa di Nazaret. E la nostra Madonna, la Madonna di Bonaria, che cosa ci dice? Beh! Prima di tutto, appena entriamo nel suo santuario, troviamo una vera madre solenne, che sta nel suo trono, possente! Mi richiama sempre la frase della scrittura "come un esercito schierato a battaglia". La Madre forte. Non è una Madonna sdolcinata. È un'immagine decisa, ben scolpita nel duro legno, ma che si presenta così.
A me personalmente è molto cara e gradita questa immagine, perché mi richiama tanto la maestà di Duccio... una delle più belle madonne che siano state pitturate. Ma mi richiama anche la mia mamma, a cui non si poteva dare più di un bacio alla volta, come ad una donna molto energica, affettuosissima, ma anche molto chiara e molto precisa, possente come Lei, direi. E noi veniamo qui, c'incontriamo con questa Madonna così solenne, così forte, che ha da parlare al nostro cuore con la sua stessa persona, con la sua stessa immagine.
E la prima cosa che Lei ci offre è il Bambino, che tiene in braccio. La Madonna è tutta lì, è in quel Bambino che ci offre quotidianamente. Appena si entra Lei ce lo mostra e ci dice chiaramente: «Fate tutto quello che Egli vi dirà!». È il messaggio continuo della Madonna. Una Madonna senza il Bambino in braccio non è una Madonna. In Lui c'è tutta la sua ragione di essere. Non dobbiamo mai dimenticarci che l'essenza del cristianesimo consiste nel fatto che noi crediamo formalmente che Iddio è diventato Uomo. Non siamo noi che siamo andati a Dio, ma è il Dio che è venuto da noi è diventato uomo. E per diventare uomo ha avuto bisogno di una mamma che lo partorisse. E la Madonna è Colei che ha partorito Dio. Quindi nel cristianesimo non c'è niente di più grande di Maria. Lei è al primo posto. A Lei si può andare con la sicurezza dei santi, senza mai paura di esagerare. Lei ha partorito Dio e ce lo offre. E qui ci dice: «Ascoltatelo, fate tutto quello che Egli vi dirà!»
Nell'altra mano invece ci sono due cose: c'è una candela accesa e c'è una nave, una piccola nave, che Lei tiene stretta. Una piissima tradizione vuole che quest’immagine sia arrivata via mare con quella candela accesa. Quella candela è la fede. Ed allora è Gesù che risponde a Lei e Le dice: «Beata tu che hai creduto! In Te si compiranno le grandi opere del Padre!». E noi siamo qui a dirglielo: «Beata tu!». Ma lei ci ripete la parola di Gesù e ci dice: «Ma più beati coloro che ascoltano la mia parola e la mettono in pratica». In questo dialogo evangelico tra noi, che veniamo a pregarla e Maria, c'è tutta la sintesi della nostra fede. Il cristianesimo è tutto nella fede e noi crediamo profondamente, veramente che Maria è la vergine fedele, Colei che c’insegna la fede. Quando veniamo qui a Bonaria forse veniamo qui con il lucignolo fumigante o addirittura con la nostra candela spenta, con la nostra fede spenta. Che cosa veniamo fare? Veniamo ad riaccendere la nostra luce al cero di Maria e veniamo a riaccendere la nostra fede alla fede di Maria. Ecco che cosa ci ripropone immediatamente.
... e poi, e poi quella nave che Lei ha in mano rappresenta la Chiesa. Un orafo della nostra città sta preparando una bella riproduzione di questa nave in oro, che sarà quella che il Papa metterà nelle mani di Maria, quando il 7 settembre sarà tra noi. Quella nave è la Chiesa, e la Chiesa è nelle mani di Maria, per cui è sicura ed è Lei la Stella del Mattino, che la conduce nel mare, anche se è in tempesta, ed è che Lei che la guida e la protegge con tutta la sua preghiera e la sua protezione. Ed addirittura quella nave fa una cosa sola con Lei perché la Chiesa è tutta in Maria e Maria è tutta nella Chiesa. Per cui in quella nave vediamoci imbarcati tutti e sentiamoci condotti da Maria, che sicuramente ci porterà al porto, certo, sicuramente ci porterà al porto sicuro. E allora oggi siamo veramente venuti ancora una volta a Bonaria, a respirare "l'aria buona" con cui si esprime il nome di questo colle, il "colle dell'aria buona", il colle di Bonaria, perché è la casa della Madonna. E so benissimo, tante le volte, che come me, la gente viene qui a respirare una boccata d'aria, una boccata d'aria buona, nella casa della Madre. Tornare a casa per essere tranquilli, sentirsi bambini, proprio sotto le sue mani, sotto la sua protezione.
Ultimamente mi hanno fatto un regalo molto bello che, se capitate il piccolo eremo dove abito, ve lo farò vedere perché è nella mia cappella. Delle monache contemplative, c'è una scultrice molto valida, ha riprodotto la Madonna che stringe forte a sé papa Wojtyla, il quale adagia la sua testa sul cuore della Madonna. È una riproduzione molto ben fatta di un'immagine uguale a questa, che era stata regalata a papa Wojtyla. Quando queste monache gliela portarono il Papa la vide e si commosse e disse: «Magari! Magari». La sua vita che è stata per noi un modello è davvero tutta lì. Quest'uomo ha camminato abbracciato a Maria, facendoci prendere per mano da Lei, cuore a cuore con Lei. Queste monache, quando me l'hanno regalata, ci hanno messo un bigliettino: «Perché tu ti ricordi tutti i giorni che anche tu sei totus tuus» "Anche tu sei tutto di Maria" . Questo regalo stupendo che ho lì sempre davanti a me, lo rioffro a voi come memoria e come pensiero... che davvero ciascuno di noi si senta abbracciato da Maria. Non sono cose leggere e sentimentali. Pensate che così è vissuto il più gran gigante del secolo scorso: Carlo Wojtyla, che ha ricevuto da quest’abbraccio continuo la forza per essere il più gran profeta del secolo da poco finito.
E con questi sentimenti prepariamoci a domenica prossima, quando tutti siete invitati in cattedrale, dove ci sarà anche Lei, Maria, e dopo la porteremo domani sera, solennemente perché è lì, come avvenne un secolo fa, ci riconsacreremo a Maria. La porteremo nella Chiesa madre di tutta la diocesi, perché lì, come allora, un cardinale che viene da Roma, a nome di tutti, legga la nostra consacrazione a Maria per rinnovare a Lei la fiducia, l'affetto, l'amore, la fede che i nostri padri espressero cento anni fa, esattamente quel giorno. Anch’ oggi siamo saliti a Bonaria non soltanto per respirare un po' d'aria buona, ma per ritornare nel mondo più sicuri. Ritorniamoci abbracciati a Maria.
Mons. Giuseppe Mani |
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