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Tempo di sinodo

Per la chiesa di Cagliari si apre una nuova stagione: quella sinodale. Una stagione destinata ad essere ricordata nella storia della nostra Diocesi perché sarà caratterizzata dalle scelte relative alle istanze pastorali del nostro tempo.
La storia della Chiesa è caratterizzata dai Concili, attinenti alla Chiesa universale e i sinodi, che riguardano la Chiesa particolare.
Cosè il Sinodo? È la logica conclusione della visita pastorale del Vescovo che, dopo aver visto la situazione della Diocesi, propone e dispone degli orientamenti e delle leggi che guidino la pastorale diocesana in vista dell’evangelizzazione. Lo scorso Natale, ho felicemente concluso la visita pastorale, durata due anni, e ne ho fatto il resoconto scrivendo la lettera pastorale: “Che cosa ho visto”. Ora dobbiamo passare all’azione.
Cosa ho visto? La fede che anima il popolo di Dio. A questo popolo animato dalla Spirito Santo chiedo: come pensate che Cristo voglia la Sua Chiesa che è in Cagliari perché possa compiacersi di lei? Come pensate voglia i suoi preti e i suoi religiosi? Come pensate voglia le sue famiglie perché siano sante? Come pensate si possa operare la nuova evangelizzazione per coloro che sono stati battezzati, che sono la quasi totalità dei sardi, perché conoscano meglio Gesù e vivano coerente- mente una fede in Lui? La Chiesa animata dallo Spirito di Dio risponderà al Vescovo che prenderà visione di tutto e nella preghiera cercherà di riconoscere, nel pensiero espresso dai suoi fedeli, la voce di Cristo. Tocca infatti al Vescovo ascoltare tutti e riconoscere dov’è il messaggio divino.
La Chiesa non è una democrazia in cui la maggioranza esprime la linea su cui debbono essere fatte le leggi per tutti. La Chiesa è una teocrazia. Dio stesso guida la Sua Chiesa, parlando attraverso il popolo che crede in Lui, sotto la guida e il discernimento dei pastori. Tre quindi sono gli elementi essenziali per fare un sinodo. Che il popolo parli liberamente, che il Vescovo ascolti tutti e sappia discernere la volontà di Dio che si manifesta attraverso i suoi fedeli. Per tutti sarà una esperienza esaltante. La Chiesa sperimenta di essere strumento di Dio. Il sinodo è quindi una grande esperienza di fede.
Come riusciremo a fare tutto questo? Seguiremo la schema della struttura fondamentale della Chiesa. Ogni parrocchia, ogni categoria di persone presenti nella Chiesa, religiosi, religiose, associazioni, movimenti e tutte le organizzazioni che hanno una struttura sovraparrocchiale, costituirà la sua commissione sinodale composta, a seconda della grandezza della struttura rappresentata, da cinque a trenta persone. In queste commissioni si svolgerà il primo ascolto dei fedeli. Le parrocchie saranno raccolte in 9 zone sinodali. In queste zone il Vescovo accoglierà e ascolterà i suggerimenti delle comunità parrocchiali. Le zone pastorali, a loro volta, si ritroveranno nelle assemblee plenarie che raccoglieranno tutti i padri sinodali. Commissioni qualificate per temi raccoglieranno i dati e formuleranno le conclusioni da proporre all’assemblea perché tutti possano riconoscersi in esse. Il Vescovo approverà le decisioni, darà loro valore di legge e le promulgherà per tutta la diocesi.
Il valore del sinodo diocesano, oltre a quello di essere l’organo legislativo del Vescovo, è anche un esercizio di condivisione della responsabilità del popolo di Dio. Nella Chiesa infatti siamo tutti responsabili. Essa è una nave in cui non ci sono passeggeri ma in cui tutti siamo equipaggio impegnato nel mandarla avanti sulla rotta del Vangelo. Il Sinodo è quindi un allenamento a lavorare come Chiesa, a prendere in mano i remi e faticare a vantaggio di tutti.
Personalmente è la mia terza esperienza sinodale e debbo dire che, oltre le decisioni il cui valore è sempre temporale, quello che ho apprezzato di più è stato proprio l’esercizio della responsabilità di tutti messa a disposizione per il bene comune della Chiesa. Son certo che anche per noi sarà così. Quella fede che ho trovato diventerà espressiva della volontà del Signore che sicuramente desidera da noi una conversione che non sia soltanto personale ma anche pastorale.

Giuseppe Mani

Tratto da "il Portico", anno V n. 43, "Tempo di sinodo"

Scarica anche Decreto e Istruzione sui sinodi diocesani